Music Box Residence

Il Music Box Residence realizzato a Portland, negli Stati Uniti, esprime in maniera tangibile, il carattere profondo e infinitamente intimo, insito nella musica. La sua struttura su più livelli, va oltre il semplice “ordine di cose” poste all’interno dello spazio abitativo contemporaneo. E’ la componente musica ad essere rivestita di nuova luce, una luce che avvolge, ogni livello strutturale.
Non a caso, tale visione, ricavata da una pianta ad U, ampiamente innovativa, è opera di una famiglia di musicisti (operanti nell’Oregon Symphony), alla ricerca di quella casa perfetta, che potesse identificarsi, con i propri bisogni da musicista.


Un luogo dove vivere fianco a fianco, comporre e suonare, senza temere di disturbare le attività altrui.
La realizzazione, affidata all’architetto Scott Edwards, pone l’edificio su una parete scoscesa, con una vista mozzafiato sulla città. Le doppie pareti realizzate in cemento e le finestre ricoperte da vetri a doppio strato, delimitano la parte centrale, ricoperta ampiamente da una vetrata.
Le pareti, inoltre, sono rivestite da macchie e legno nero ( tecnica del “shosugi ban”); omaggio alla magia ancestrale giapponese.

Un sentiero in legno, conduce direttamente ad un livello superiore, caratterizzato dalla presenza di un soggiorno, comprensivo di una parte aperta per i recital e i party. Posto al centro di questo soggiorno, vi è un pianoforte, usato dagli studenti della moglie, quindi, un luogo, dove quest’ultimi possono suonare in tranquillità. Sempre allo stesso livello, lato occidentale, però, abbiamo, la cucina e la sala da pranzo.
Al secondo livello, invece, ci si accede mediante ad una scala altamente scenografica con i gradini interamente in legno di bamboo. Qui, vi è la vera e propria abitazione, con una serie di stanze per i bambini e gli ospiti.
Ancor più sopra, si apre il terrazzo su due livelli (attraverso l’apertura del tetto su un livello superiore), che ci permette di avere un punto di vista privilegiato sulla foresta e le montagne dietro.

Fonte: dezeen.com

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